Merlin. L'isola incantata by Thomas A. Barron

Merlin. L'isola incantata by Thomas A. Barron

autore:Thomas A. Barron [Barron, T. A.]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 2024-03-12T12:00:00+00:00


18

IL LUMINOLO

Non appena la luce blu si dissolse, rivolsi il pensiero al terzo Canto, quello della Protezione. Feci vagare lo sguardo dal lago, la cui superficie liscia brillava scura, alla valle boscosa che ci circondava. Inerpicarsi sulla cresta ripida e attraversare il bosco fitto sarebbe stato solo l’inizio. Perché il terzo Canto richiedeva un altro lungo viaggio. Segue l’abilità della Protezione, in cui il nano scavatore è istruito.

La terra dei nani! Veniva visitata solo di rado, spiegò Rhia, e quasi mai per scelta. I nani, infatti, pur essendo pacifici con i loro vicini, non accoglievano gli sconosciuti con entusiasmo. Tutto ciò che si sapeva del loro regno sotterraneo era che i suoi ingressi si trovavano da qualche parte vicino alle foci del Fiume Incessante, sulle alte pianure a nord delle Colline della Nebbia. Stavolta non avevamo scelta su come raggiungere la nostra destinazione: dovevamo camminare.

Anche viaggiando ogni giorno di buon passo fino a tramonto inoltrato, impiegammo più di una settimana per superare le colline. I nostri pasti consistevano soprattutto in mele selvatiche, anacardi, bacche dolci che Rhia aveva scoperto e, di tanto in tanto, un paio di uova prese dal nido di un gallo cedrone poco vigile. Pur avendo evitato altri incontri con pietre viventi, il cammino si rivelò faticoso. I vapori turbinavano costantemente, avvolgendoci in scialli nebbiosi che ci ostruivano la vista, anche sulle alture. Mentre guadavamo una palude, Rhia perse una scarpa nelle sabbie mobili. Passammo gran parte del pomeriggio a cercare un sorbo perché lei potesse intrecciarne una nuova con la corteccia coriacea della pianta. Trascorsi due giorni, attraversammo un alto passo, ricoperto di ghiaccio e neve, ma solo dopo aver camminato per tutta la notte del plenilunio.

Infine, stremati ed esausti, raggiungemmo gli altipiani delle sorgenti del fiume. Innumerevoli fiori gialli a forma di stella ricoprivano le pianure, riempiendo l’aria di un profumo pungente. Arrivati all’impetuoso Fiume Incessante, ci imbattemmo in una coppia di unicorni color crema che pascolavano lungo le sue sponde. Dirigendoci a nord, seguimmo il corso serpeggiante del fiume su una serie di ampi prati alpestri che salivano come scale di un verde brillante.

Rhia si fermò al margine di uno di questi prati e indicò la linea di montagne innevate in lontananza. «Guarda, Merlin. Dietro quelle cime si trova la città dei giganti, Varigal. Ho sempre voluto vederla, anche ora che sono solo rovine. Arbassa dice che è il più antico insediamento di Fincayra.»

«Peccato che sia dai nani, non dai giganti, che dobbiamo andare.» Mi chinai per strappare qualche ciuffo d’erba dalla punta soffice. «I giganti dovranno aspettare il quinto Canto, quello che coinvolge in qualche modo Varigal. Sempre se ci arriviamo.»

Mentre proseguivamo dopo il tramonto, un disco scintillante emerse dagli strati di nuvole. Ritagliata lungo un bordo, la luna stava ora calando. Accelerai il passo; praticamente correvo sulla riva erbosa, ben consapevole che più della metà del mio tempo era svanita e che avevo svelato solo due dei misteriosi Canti. Come sarei riuscito a padroneggiare i cinque rimanenti, a recarmi nell’Altromondo, a ottenere



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